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SCANDALI NEI GIARDINI ANGLO-AMERICANI DI FIRENZE

“They lived in squares, painted in circles, and loved in triangles”, disse Dorothy Parker in riferimento al Bloomsbury Group, il circolo letterario costituitosi a Londra nel Novecento.

Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, Firenze divenne il polo di attrazione della comunità intellettuale anglo-americana.

Era l’epoca del movimento artistico conosciuto come Arts and Crafts: William Morris, John Ruskin, William Robinson, Gertrude Jekyll ed Edwin Lutyens stavano rimodellando la società inglese ed i suoi giardini.

La nuova parola d’ordine era la vita all’aria aperta: le stanze del giardino divennero il palcoscenico ideale. Il gusto per il giardino italiano conobbe un’impennata: i giardini si articolavano in terrazze, scalinate, balaustre, pergole, statue e ars topiaria.

Qualcuno preferì stabilirsi nell’incontaminata campagna inglese (le Costwolds divennero la meta più gettonata); qualcun’altro, invece, sognava di scappare

Acquistare una dimora sulle verdi colline della Toscana era talvolta più economico che comprare un dipinto di epoca rinascimentale.

La comunità britannica da tempo si era stabilita a Firenze, ma all’inizio del XX secolo, un urgente desiderio di fuggire in Toscana divampò negli animi di molti storici dell’arte e intellettuali, dall’Inghilterra all’America.

E così amori travagliati sbocciarono nei giardini di Firenze

Villa Medici, Fiesole

Amori e carciofi a Villa I Tatti

C’era una volta Bernhard Valvrojenski (1865-1959), un famoso storico dell’arte specializzato in arte alto-medievale e rinascimentale. Nato in Lituania, di origine ebraiche, nel 1875 emigrò a Boston, dove cambiò nome in Bernard Berenson. Studiò a Boston e all’Università di Harvard; conobbe George Santayana e Charles Loeser, con i quali si unì all’O.K. Club.

Bernard Berenson, George Santayana e Charles Loeser avevano in comune due cose: le origini europee e il desiderio di ritornare alla culla della cultura europea. Così, stabilirono un triumvirato d’amicizia.

Nel 1888, Berenson conobbe Mary Whitall Smith. Era sposata con Benjamin Costelloe… tuttavia, i due iniziarono a frequentarsi.

Bernard Berenson era un protetto della collezionista Isabella Stewart Gardner di Boston (avete presente il museo omonimo?), che lo inviò a Firenze alla fine dell’Ottocento appositamente per comprare dei dipinti.

Fu così che Bernard e Mary arrivarono a Firenze e comprarono una villa di campagna, chiamata “Zatti”, a Fiesole. Si sposarono solo nel 1900, quando il primo marito di Mary morì. Gli stranieri a Firenze preferivano lavorare con architetti inglesi dei quali si potessero fidare per la loro onestà: Bernard Berenson, infatti, non aveva molta fiducia negli architetti italiani.

Ecco dunque che i Berenson commissionarono il restauro di Villa I Tatti e il progetto del giardino al giovane architetto inglese Cecil Pinsent (1884-1963) e all’intelllettuale inglese Geoffrey Scott (1884-1929).

Cecil Pinsent era timido e dotato di brillante intuito: aveva studiato architettura a Londra, la creatività e la praticità erano la sua punta di diamante. Geoffrey Scott, invece, era piuttosto un sofisticato oratore: laureato in letteratura greca all’Università di Oxford, spiccava per la sua natura cerebrale e per il suo innato buon gusto.

La provocante Mary iniziò così ad ammiccare con Geoffrey. Nel frattempo, Cecil lavorava allo splendido giardino formale di Villa I Tatti, contraddistinto da un’unica palette: il verde. Il trionfo dell’ars topiaria, del verde solido, la celebrazione scultorea della vegetazione, il viale di cipressi e l’assoluta simmetria lastricarono la strada per la sua carriera.

Geoffrey suggerì dove posizionare mobili e dipinti nella casa, mentre Bernard ribolliva di rabbia (ma con il suo solito aplomb).

Mary, civettuola, soprannominò la coppia Pinsent-Scott “i carciofi”.

         

Bernard e Mary Berenson

Avventure e giardini di Cecil Pinsent: Villa Le Balze

Cecil Pinsent arrivò a Firenze nel 1906 e prese alloggio in una pensione in Via dei Serragli. A Firenze, incontrò Edmund Houghton e sua moglie Mary (di nuovo questo nome predestinato!…). Gli Houghton vivevano in Via dei Bardi 32 (un posto molto chic, ovviamente); Edmund era un fotografo di talento e un astronomo amatoriale. La coppia vantava una macchina a motore, un vero lusso all’inizio del Novecento. Il trio viaggiò alla volta di Siena, San Gimignano, Volterra, Venezia e Verona con i capelli al vento, a bordo della lussuosa automobile; Cecil era l’autista. Edmund, un ingenuo dilettante, incoraggiò Cecil con le sue bozze i suoi disegni; Mary nel frattempo organizzò il fidanzamento di Cecil con la figlia Alice. Poco tempo dopo, fu proprio Mary a rompere il fidanzamento, perché si era invaghita del giovane architetto. Cecil Pinsent ci rimase così male che non si sposò mai. Ciò nonostante, progettò dei fantastici e memorabili giardini in Toscana!

Tra il 1908 e il 1910, lavorò a Villa Gattaia a Firenze per Charles Loeser (vi ricordate l’amico di Bernard Berenson in America? Si era trasferito anche a lui a Firenze).

Nel 1912, Cecil lavorò a Villa Le Balze, a Fiesole, per Charles Augustus Strong (1862-1940). Americano, parlava tedesco e aveva studiato filosofia all’Università di Harvard, prima di convolare a nozze con Elizabeth Rockfeller. Una volta vedovo, si trasferì a Firenze, dove, nel 1911, comprò una piccola casa di campagna con dei terrazzamenti di ulivi e un campo roccioso, situati su una collina scoscesa. Lavorare in quell’ambiente fu una sfida molto interessante per Cecil, con una pendenza di 50 gradi, e in un sito estremamente stretto. Pinsent progettò sette giardini formali (tra cui il giardino segreto, il giardino di limoni, il giardino della libreria). Il risultato fu un giardino di saliscendi con splendide viste panoramiche su Firenze, alternate a zone più intime. Cecil Pinsent fu capace di rendere fruibile e pratico uno spazio di vari dislivelli, mantenendo comunque la relazione con la villa.

Edmund and Mary Houghton with Cecil Pinsent

Edmund e Mary Houghton con Cecil Pinsent

Geoffrey Scott and Cecil Pinsent

Geoffrey Scott e Cecil Pinsent

Villa Medici e il matrimonio catastrofico

Nel 1911 “i carciofi” lavorarono nuovamente insieme a Villa Medici, a Fiesole.

Si tratta della prima villa rinascimentale nella storia del giardino: progettata attorno al 1451-1459 da Michelozzo per Giovanni de’ Medici, zio di Lorenzo il Magnifico, fu lodata da Leon Battista Alberti per l’armonia tra il giardino terrazzato e il paesaggio circostante.

Fu  Lady Sybil Cutting, un’affascinante vedova di origini irlandesi, a commissionare il restauro del giardino a Cecil Pinsent e a Geoffrey Scott. Come il solito, Cecil mi mise subito a lavorare sodo, mentre l’altro “carciofo” flirtava con la proprietaria.

Cecil progettò un giardino neo-rinascimentale su terrazzamenti, provvisto di arance a spalliera e Rosa Alba Incarnata. Nel 1918, Geoffrey Scotto sposò Lady Sybil Cutting, con il disappunto di Mary Berenson e della sua ammiratrice Edith Wharton, autrice del famoso libro “Italian Villas and Gardens”.

Ma il matrimonio fu un vero disastro: Geoffrey Scott, che solo nel 1913 aveva pubblicato il suo capolavoro “The Architecture of Humanism”, dedicato a Cecil Pinsent, non era più capace di scrivere e perse così l’ispirazione.

Sei anni dopo, si lasciarono.                                    

villa medici

  Lady Sybil Cutting e l’entrata di Villa Medici a Fiesole

Cecil Pinsent a Villa La Foce: l’iconico viale di cipressi

Lady Sybil Cutting aveva una figlia adorabile, Iris: durante i lavori a Villa Medici, Cecil spesso disegnava per lei e le donava i suoi schizzi. Iris volle il suo righello come un memento della loro amicizia.

Nel 1927, Iris, ora Iris Origo (si sposò con l’artistocratico Antonio Origo) commissionò a Cecil Pinsent il famoso giardino di Villa La Foce, sulle Crete Senesi, in provincia di Siena.

Cecil, ora, lavorava al progetto da solo: dopo il matrimonio catastrofico, la sua collaborazione con Geoffrey Scott, infatti, era finita. Ciò nonostante, rimasero amici.

Cecil Pinsent progettò a Villa La Foce uno straordinario giardino formale: comprendeva un giardino di limoni, una grotta, uno scalone monumentale, un pergolato di glicine, una riserva d’acqua e un giardino di rose. Siepi di bosso furono topiate in sfere ed altre forme geometriche, bordi di lavande ed erbacee perenni evocavano lo stile di Gertrude Jekyll. Questa volta, infatti, Pinsent impiegò più fiori del solito: aubretia, alyssum e magnolie, per esempio. L’angolo più suggestivo del giardino è il memoriale in onore di Gianni, il figlio di soli sei anni di Iris e Antonio Origo.

Ma Cecil Pinsent si occupò anche del panorama: il viale di cipressi frontestante Villa La Foce è una delle cartoline più iconiche di tutta la Toscana. Si tratta di un vero e proprio capolavoro di architettura del paesaggio.

Iris Origo ricevette la villa in dono dalla nonna. Il paesaggio delle Crete Senesi era molto diverso rispetto a quello dove Iris aveva trascorso la sua infanzia, a Villa Medici: secco, caldo e mediterraneo, quasi soffocante.

Cecil Pinsent fu capace di rinfrescare la topografia del luogo e di creare un’oasi lussureggiante  Villa La Foce.

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Il viale di cipressi di fronte a Villa La Foce

Vernon Lee a Villa Il Palmerino a Fiesole

Violet Page (1856 – 1935) fu una scrittrice inglese, meglio nota come Vernon Lee.

Probabilmente non l’avete mai sentita nominare, ma fu un’incredile donna dotata di talento: poliglotta, intellettuale e pacifista, dovette cambiare il suo nome sotto forma maschile per poter essere ascoltata dal grande pubblico. Scrisse una pletora di libri e saggi sotto pseudonimo maschile. Nel 1889, comprò Villa Il Palmerino a Fiesole.

Villa Il Palmerino divenne il circolo intellettuale dove si davano appuntamento Bernard Berenson, John Singer Sargent, Rainer Maria Rilke, Bertrand Russell, Henry James, Gabriele d’Annunzio, Adolph Hildebran e Anatole France; inoltre, la villa era sede di pièce teatrali.

Violet Page / Vernon Lee fu un’amante dello stile pre-raffaellita ed ebbe svariate relazioni con le scrittrici Mary Robinson e Edith Wharton, l’autrice di “Italian Villas and Gardens”. Ma, più di tutto, amò Firenze e i giardini italiani.

Scrisse lunghe lettere al Times affinché si potesse tutelare Firenze dalla demolizione di palazzi storici, prevista nel corso del XIX secolo.

Il giardino di Villa Il Palmerino fu lodato da Jane Ross nella novella “Old Florence”:

…”The double line of dark cypress, and the intricate underbrush of rosemary, lavender and Chinese roses, the shimmering meadow of spring daffodils and wild orchids, and here and there the busy buzz of the bees, compose an unforgettable picture”…

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Violet Page (Vernon Lee)

Gli amori tormentati di Vita Sackville-West e Violet Trefusis a Firenze

Tutti conoscono Vita Sackville-West per lo splendido giardino di Sissinghurst, nel Kent. Ma si tratta, forse, di uno dei giardini più sopravvalutati della storia… Icona dello stile Arts and Crafts, il giardino fu progettato da Vita Sackville-West (1892-1962) e dal marito Harold Nicolson. Povero marito: nessuno si ricorda di lui! Tutti gli elogi sono per Vita. Ah, cara Vita!

Verso il 1923, Vita visitò Villa Medici, a Fiesole. La proprietaria all’epoca era ancora Lady Sybil Cutting, ora sposa di un certo Geoffrey Scott. Fu amore a prima vista. Vita iniziò una relazione tormentata con Geoffrey… breve ma intensa. E Geoffrey fu così occupato che non poté (di nuovo) trovare la sua ispirazione!

Ma Vita era una graziosa farfalla. E Firenze era un delizioso campo fiorito… Vita svolazzò oltre.

Prima del 1923, Vita aveva avuto una storia d’amore con Violet Trefusis. Nata Keppel, Violet era una mondana e una scrittrice. Sua madre Alice Keppel era l’amante del Re Edoardo VII d’Inghilterra.

Vita e Violet si erano conosciute a scuola, quando erano appena adolescenti, ed avevano avuto una relazione. Nel 1913, Vita si era sposata con Harold Nicolson; nel 1919, Violet si sposò con Denys Trefusis.

Ma tra il 1918 e il 1920, Vita e Violet viaggiarono insieme in Francia, dove l’audace Vita si vestiva da uomo e si divertiva a provocare scandali. La fuga in Francia fu la liberazione totale della loro sessualità.

Nel 1924, Alice Keppel, la madre di Violet, comprò Villa dell’Ombrellino a Firenze, dove una volta avevano vissuto Galileo Galilei ed il poeta Ugo Foscolo.

La villa deve il suo nome al curioso parasole cinese in ferro, detto, appunto, “ombrellino”, che torreggia sulla terrazza del giardino dal 1815. Era stata la Contessa Teresa Spinelli Albizi a decidere di collocarlo lì.

Il giardino è un vasto parco all’inglese provvisto di alberi esotici come palme, bambù, cedri e ginkgo biloba. Parte del parco fu trasformata nel 1926 dall’architetto Cecil Pinsent, il quale progettò un giardino neo-rinascimentale con statue in pietra di Vicenza e siepi di bosso.

Nel 1947, Violet Trefusis ereditò la villa dalla madre.

Negli anni ’50, Violet divenne la regista delle feste più mondane di tutta Firenze: si sentiva una vera fiorentina. Il suo romanzo più noto, “Pirates at play”, è ambientato proprio a Firenze.

Violet aiutò la città di Firenze durante l’alluvione del 1966 e finanziò il restauro delle opere d’arte che erano state danneggiate. Alla sua morte, lasciò sei milioni di vecchie lire alla città.

Ciò nonostante, Violet è ricordata specialmente per essere stata l’amante di Vita Sackville-West e per le loro fughe alla ricerca della libertà in Francia.

Vita Sackville-West, la farfalla, la capricciosa: la sua storia d’amore con Virginia Woolf (1882-1941), membro del Bloomsbury Club e una dei pilastri della letteratura moderna del XX secolo, la portò lontana da Violet Trefusis.

Virginia Woolf dedicò all’irriverente Vita il suo romanzo “Orlando”, prima di suicidarsi nel 1941.

Anche Vita si cimentò nella scrittura e raccontò della sua storia con Violet in un romanzo, in seguito pubblicato dal figlio Nigel con il famoso titolo “Portrait of a marriage”. E anche Violet dedicò un romanzo a Vita: “Broderie Anglaise”, meno conosciuto.

Ecco il tragico triangolo di tre donne audaci ed indipendenti: Vita, Violet e Virginia.

Il loro cammino incrociò anche la città di Firenze.

Le ceneri di Violet Trefusis riposano tra l’Italia e la Francia: la sua tomba si trova al Cimitero degli Allori, a Firenze.

L’ “anglofiorentinismo”

Iris Origo, proprietaria di Villa La Foce, coniò il termine “anglofiorentismo”. Ecco le sue parole:

“The anglofiorentinismo – that particular blend of taste, style and way of life that permeated generations of residents of the large and prosperous community of Anglo-American expatriates, who since the last century have been ensconced in the most beautiful villas on the hills surrounding Florence and in the city’s noble palaces.”

Iris Origo fu anche critica:

“If they lived in a Florentine palazzo, it was at once transformed into a drawing-room in South Kensington: chints courtains, framed water-colours, silver rose-bowls and library books, a fragrance of home-made scones and freshly made tea (But no Italian will warm the tea-pot properly, my dear). If they had a villa, though they scrupulously preserved the clipped box and cypress hedges of the formal Italian garden, they yet also introduced a not of home: a Dorothy Perkins rambling among the vines and the wisteria on the pergola, a herbaceous border on the lower terrace, and comfortable wicker chairs upon the lawns. – Bisogna begogna! – (the who words pronounced to rhyme with each other) I heard Mrs Keppel cry, as, without bending her straight Edwardian back, she firmly prodded her alarmed Tuscan gardener with her long parasol, and then marked with it the precise spots in the beds where she wished the flowers to be planted. The next time we called, the begonias were there as luxuriant and trim as in the beds of Sandringham. It was these owners of other villas who were to be seen at my mother’s Sunday tea-parties”.

Estratto da:  “Images and Shadows: Part of a Life”, Londra, 1970.

Visite guidate ai giardini anglo-americani di Firenze

A Firenze c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire e da imparare.

Perché non partecipare ad una visita guidata in uno dei giardini anglo-americani di Firenze e della Toscana?

Molti di questi giardini sono di proprietà di università straniere: Villa I Tatti è gestita dall’Università di Harvard; Villa Le Balze è gestita dalla Georgetown University. Sono previste giorante speciali di apertura. Villa Medici è privata; solo il giardino è aperto alle visite. Villa La Foce è solitamente aperta durante dei giorni prestabiliti da primavera ad autunno.

Non esitate a contattarmi per organizzare la vostra visita guidata personalizzata ai giardini anglo-americani di Firenze e Toscana!

Per maggiori informazioni scrivete a:  info@myfloraguide.com

Villa Le Balze

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Links utili: 

http://itatti.harvard.edu/

https://villalebalze.georgetown.edu/#

https://villegiardinimedicei.it/villa-medici-a-fiesole/

https://www.lafoce.com/it/

http://www.palmerino.it/index.php?id=3

https://www.regione.toscana.it/-/villa-dell-ombrellino

 

Bibliografia:

Fantoni M., Flores H., Pfordresher J. “Cecil Pinsent and his gardens in Tuscany” (EDIFIR: Edizioni Firenze, 1996)

Maresca P. “Giardini di Firenze” (Angelo Pontecorboli Editore, Firenze, 2008)

Pozzana M. “I giardini di Firenze e della Toscana” (Giunti Editore S.p.A., Firenze, 2011)

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